28/07/10

Place to Be: Decalogo per la musica indipendente italiana negli anni '80

 


Interessantissimo post di allelimo su Place to Be.
Anche se non amo le classifiche, posso certo sottoscrivere quella qui stilata.
Un bell'intervento che ragiona sul periodo di cui Venus+On si è occupata così spesso.

 

 

1. Dopo l'alfabeto per la musica rock disorganica [1], direi che ci sta anche questo più modesto decalogo sulla musica "indipendente" [2] italiana degli anni '80. [3]
Perchè ultimamente è in atto una (sia pur piccola) riscoperta di molte esperienze musicali di quel decennio, con ristampe (Spittle Records), mail orders (Mannequin) e blog (Sull'amaca e Venus+On) che stanno riscoprendo/salvando molte cose di quegli anni. Non tutte buone, eh, anzi. Ho riascoltato parecchio materiale degli anni in questione ultimamente, e direi che la stragrande maggioranza delle cose avrebbero potuto tranquillamente rimanere nel dimenticatoio.
Ma non tutto, ovvio. Direi che sono esistite diverse fasi ben distinte nel decennio, e a volte bastava un anno di tempo per fare una enorme differenza. E quindi, ricordi di quel decennio (secondo me) in dieci punti. [4]

2. Il primo periodo, lo chiamerei della new wave. Diciamo fino al 1980. Bologna più che altro: Gaznevada, Confusional Quartet, Stupid Sets, Rats, anche Skiantos e il mitico concerto "Bologna Rock". Insieme, c'era il Great Complotto di Pordenone. Solo che all'epoca i dischi non li ho mai trovati, ne conoscevo l'esistenza e basta. [3]

3. Il post punk, fino al 1982 circa. Firenze in primo piano, con Neon, Pankow, i primi Diaframma e Litifiba. E due fanzine straordinarie come Free e Rockgarage (di Venezia). E le prime esperienze a livello nazionale, Underground Life a Monza, Not Moving, Victrola, Le Masque. Manifesto e summa del periodo, la raccolta "Gathered" di Rockerilla, pubblicata a fine 1982.

4. Il dark, fino al 1985/1986. Due i manifesti: "Body Section", la seconda raccolta curata da Rockerilla sul finire del 1983, e "Catalogue Issue", debutto dell'Italian Records. La seconda strada, tristemente, attraverso la "nuova musica italiana cantata in italiano", porterà ai Filibustieri di Pelù, mentre la prima porterà ai lavori (per me) migliori del periodo, a Milano Weimar Gesang, 2+2=5, Janitor of Lunacy, insieme a svariate altre formazioni "minori", e di lì a poco morirà (volendo, cosa abbastanza in linea con le tematiche del genere), in concomitanza diciamo con l'uscita della terza compilation di Rockerilla, "Eighties Colours".

5. Segue il periodo garage/psichedelico, poi il periodo Stooges. [6] Anni bui, durante i quali ogni gruppo che non fosse diretta emanazione di una delle due correnti veniva ignorato o dileggiato dalla "stampa ufficiale" (Rockerilla, Mucchio. Il Buscadero no, lì vivevano nel selvaggio West e quindi le informazioni su un paese così lontano e minore come l'Italia non arrivavano). Di tutta quella roba lì, io salverei solo i NoStrange, gli unici veri "psichedelici" del mucchio.

6. E in quello stesso periodo (siamo arrivati al 1986/1988) le cose migliori vengono più o ignorate, come i Leanan Sidhe, perchè non si uniformano a quello che la stampa vuole sentire. E così, mentre in Inghilterra nascono Jesus & Mary Chain, Spacemen 3 e My Bloody Valentine, e negli USA Dinosaur Jr., Sonic Youth e Flaming Lips, in Italia Rockerilla ci stramazza la minchia con i Chesterfield Kings e i Morlocks.

7. Per fortuna è nato anche qui quello che verrà poi chiamato "indie rock", sta per nascere il "grunge", gli anni '80 stanno per finire. In Italia nascono i Carnival of Fools e gli Afterhours, e sono due dei migliori gruppi italiani di sempre. Poi cominciano gli anni '90, ma questa è un'altra storia.

8. Ci sono anche i gruppi "fuori dal mucchio". Primi fra tutti i (miei adorati e mai abbastanza amati) Franti. Ma anche i primi CCCP, che almeno fino ad "Affinità e divergenze" erano davvero dirompenti. Poi dirompono, soprattutto i coglioni: a un certo punto sembrava che avessero inventato loro non solo la musica cantata in italiano, ma la musica stessa e finanche l'italiano... E anche fenomeni come i Casino Royale, ma è un tipo di gruppo che non mi ha mai interessato molto.

9. Qui arrivati, e volendo fare un'estrema sintesi del periodo, chi volesse davvero ascoltare "il meglio" [7], da dove dovrebbe partire?
Secondo me:
Gaznevada - Sick Soundtrack
Neon - Obsessions
Diaframma - Altrove
Not Moving - i primi due EP: Strange Dolls e Movin Over
Weimar Gesang - No Given Path
Leanan Sidhe - Ash Groove Primroses
Carnival of Fools - Blues Get Off My Shoulder (ottimo cd antologico del 2003)
Afterhours - During Christine Sleep
CCCP - Ortodossia II
Franti - tutto. Ma questa era fuori a mezzo :)

In aggiunta, le due compilation di Rockerilla (Gathered e Body Section) e quella del Great Complotto.

10. Tutto il resto, solo per appassionati e completisti. [8]
La recente fioritura di ristampe di cui si parlava all'inizio ha riportato alla luce troppe cose di cui si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno, dalle troppe copie dei Litfiba e dei Diaframma alle troppe formazioni "vorrei ma non posso".
Ma se avete occasione, leggere fanzine come Free e Rockgarage (o anche Nero, Tribal Cabaret, Amen) vi potrebbe dire molto più su quel peridodo di tanti dischi sfocati e troppo derivativi. [9]


Note e links:
[1] Poi parto per le vacanze, 20 giorni senza wi-fi/internet/email. Se sopravvivo ci risentiamo dopo il 20 agosto, buone vacanze a tutti :)

[2] La scelta del termine mi ha portato via un po' di tempo, perchè di musica "indie" e "alternativa" si è cominciato a parlare dopo (o alla fine di) quel decennio, e la musica new wave copre solo i primi 5/6 anni degli anni 80.
Per quanto ricordo invece all'epoca si usava la locuzione "Musica indipendente" per indentificare un po' tutto quello che non era classifica e Sanremo.

[3] Anche come coda al post sui Weimar Gesang, e ad alcune cose dette lì nei commenti.

[4] Post del tutto innocuo, direi. Per una volta, credo che nessuno potrà trovare intenti polemici: mi limito a parlare di gruppi italiani più o meno bravi, più o meno poco conosciuti, più o meno quello che volete voi. Non si parla di Springsteen o Dylan, dovrei essere al sicuro per una volta... :)

[5] Erano altri tempi... Recentemente ristampato (insieme alla mitica prima casetta dei Gaznevada) dalla benemerita Shake Edizioni. Se non la conoscete, fateci un giro.

[6] posso esimermi dal citare l'ennesima spigolatura da Vinile? Certo che no, e allora:
Garage:
Genere musicale morto e sepolto ma artificialmente resuscitato, sta passando di moda un'altra volta. L'ultima, si spera

Rockerilla n° 102:
Nel numero del febbraio 1989 della gloriosa rivista liguRe, la parola STOOGES compare 26 volte, di cui 13 in un articolo dedicato ai gruppi italiani "emergenti". Ci si lamenterà ancora in futuro sulle stesse pagine della scarsa orginalità della scena nazionale? Spero di no.


[7] Dal punto di vista della qualità musicale come la percepisco io oggi, non dal punto di vista della testimonianza storica, che allora le scelte sarebbero diverse.

[8] Ma qualcuno sicuramente l'ho dimenticato, eh, chiedo scusa e lasciate pure correzioni nei commenti!

[9] E naturalmente anche molto di più della mia assolutamente personale visione della musica di quegli anni.

[10] Questa nota non c'è nel testo, serve solo a fare cifra tonda tra il decalogo e le note... :)

 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un nome: Fotoscura di Roma. Su Ciao 2001 dicembre 1989/90 (non ricordo) furono votati da una giuria di giornalisti specializzati (era appena uscito il loro album "Fotoscura") insieme a nomi già importanti del panorama musicale italiano dell'epoca.

Anonimo ha detto...

Sì, ricordo anch'io quel numero di Ciao 2001. Era il numero di Dicembre 1989 se non erro. Era una band davvero interessante e che proponeva dei suoni ricercati, un vero peccato non ci fu nessuno che seppe sfruttare la loro vena artistica.

Claudio

Anonimo ha detto...

dei litfiba possiamo dire tutto (e il peggio di tutto), ma il loro disco d'esordio non è stato proprio da buttar via...

 





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